L’officina delle parole

Gavignano è un piccolo borgo come ce ne sono tanti in Italia, arroccato su una collina a pochi chilometri da Roma non arriva a 2000 abitanti. A Gavignano la falegnameria di Vincenzo Cipriani, detto “Baffone”, sbuffava odore di segatura che nelle giornate ventose saliva fino alla palazzo Baronale, dove nel XII secolo nacque Papa Innocenzo III. Da qualche anno, però, le seghe e le pialle hanno smesso di funzionare e il proprietario del fondo, Fulvio Nunnari, si è chiesto cosa farne di quei locali. Gavignano è un paese troppo piccolo per avere una vera biblioteca ma Fulvio, appassionato di libri e di arte, è sempre stato convinto che la meritasse perciò, aiutato dagli amici dell’Associazione “Arte Libera-Mente”, ha pensato bene di sostituire tronchi e tavole con la carta stampata e così l’officina del legno è diventata officina delle parole. Badate bene, non è stata una demolizione seguita da una ricostruzione ma il naturale passaggio da una forma di creazione a un’altra. La falegnameria c’è ancora ma adesso è anche una biblioteca che custodisce ben 13.000 volumi, oltre a circa 5.000 fumetti e qualche centinaio di testi in diverse lingue, tutti riciclati, recuperati attraverso un messaggio semplice ed efficace: “i libri non si buttano”, portateli da noi”. Con il passare del tempo la biblioteca si è dotata anche  di una sezione video/cineteca, compresa una postazione apposita dotata di video e lettore DVD e VHS, oltre  a numerosi CD musicali. Organizzano mostre di pittura, scultura, fotografia, presentazioni di libri ed eventi culturali di ogni genere. L’Associazione “Arte Libera-Mente” oggi è arrivata a contare circa 160 iscritti, in un paese così piccolo non è roba da poco. Io ci sono stato a presentare i miei libri e, da artigiano delle parole quale ritengo di essere, mi sono sentito a casa.