Ecce homo

Il 6 agosto del 1945 gli americani sganciarono la bomba atomica su Hiroshima. La notizia del buon esito del lancio arrivò al presidente degli Stati Uniti Truman mentre si trovava a bordo di una nave militare e stava pranzando con l’equipaggio. Lesse il messaggio, si alzò e ne condivise il contenuto con tutti i presenti. Ci fu un lungo applauso. Il fatto che 160.000 uomini, donne e bambini stavano bruciando vivi provocò euforia ed esultanza. “Ecce homo”, questo è l’uomo.

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Collodi

Carlo Lorenzini nacque a Firenze, primo di dieci figli. Trascorse, però, gran parte dell’infanzia presso il nonno materno, che era il fattore dei marchesi Garzoni Venturi e amministrava il loro podere, un’immensa villa che si trova alle porte di questo piccolo borgo medioevale. Quando gli chiesero di scrivere una storia per il primo numero del periodico per l’infanzia “Giornale per i bambini”, lui adottò come pseudonimo il nome del borgo e iniziò cosi:

C’era una volta… -Un re!- diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo di catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.