Indro Montanelli, rispondendo alle domande di un giornalista, disse che non riusciva ad immaginare un futuro roseo per l’Italia ma per gli italiani sì. L’Italia, secondo lui, non aveva speranza. Gli italiani, invece, sarebbero stati sempre una stirpe vincente, capaci di sopravvivere e farsi valere in qualsiasi parte del mondo. Su quest’ultima parte credo abbia avuto ragione, quel che disse è vero soprattutto per una caratteristica peculiare che ci appartiene: all’occorrenza sappiamo dare l’impressione di intenderci di tutto. Siamo nati “imparati”, come si dice al sud. Per esempio, mio nonno, che fece la Grande Guerra sulle rive del Piave, ebbe un’opportunità che gli avrebbe potuto salvare la vita e non se la lasciò scappare. Un giorno gli chiesero se sapesse fare il pane, Lui, che non aveva mai messo le mani nella farina (faceva il pescatore), disse di sì e si trovò assegnato in fureria, alla giusta distanza dalle baionette austriache. Ovviamente, in pochi minuti imparò a sfornare il miglior pane mai mangiato al fronte. Noi siamo così, anche oggi. Basta leggere le discussioni sui social. In un paio di mesi abbiamo mostrato tutta la nostra competenza ingegneristica in materia di costruzioni di ponti, per passare a quella giuridica su alcune sentenza della magistratura, fino ad arrivare a sfoggiare, in questi giorni, conoscenze in materia di macro economia che farebbero invidia a Keynes. Avevi ragione Indro: a noi non ci uccide nessuno, ci facciamo secchi ma non moriremo mai.
Europa sì, Europa no.
Europeisti e Sovranisti. Senza entrare nell’aspetto politico della questione, sorvolando sullo spread, la troika, il fiscal compact, il deficit e il pil, voglio fare una banale considerazione guardando la cosa da un altro punto di vista. Negli ultimi 12 mesi, tra viaggi in aereo e in moto, sono stato in Spagna, Francia, Inghilterra, Scozia, Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Slovenia e Bosnia. Ho attraversato decine di frontiere mostrando un semplice documento, senza visti, controlli e procedure varie. Sono stato accolto in pace e, in ognuno di questi paesi, non mi sono mai sentito in pericolo per la mia diversa nazionalità. Oggi può sembrare una cosa normale ma non lo era per i nostri padri e i nostri nonni. Per secoli e secoli i popoli che abitano il continente europeo si sono fatti la guerra. Oggi non è più così. Una pace così diffusa e duratura, oltre ad essere una delle più grandi conquiste dell’umanità, è anche il bene più prezioso che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli, cerchiamo di non sciuparlo.