Le cose stanno così. Ogni mattina migliaia di giornalisti, pubblicisti, blogger, divulgatori e simili si svegliano e sanno che devono riempire migliaia e migliaia di pagine con milioni e milioni di parole raccontando fatti. Ma i fatti (quelli veri e attuali) sono molto, ma molto meno di quanti ne servirebbero e se li accaparrano i migliori, i veri giornalisti, quelli seri. Gli altri si arrangiano con fatti che forse avverranno, fatti che forse sono avvenuti, fatti dubbi, fatti non verificati, fatti inventati. La stragrande maggioranza di loro risolve la giornata cibandosi, ad occhi chiusi, di cose artefatte che portano il nome di “comunicato stampa”. Nel comunicato stampa un ente, un’autorità, un’organizzazione, racconta una verità che è quella più congeniale ai propri interessi. Spesso parlano di cose piccole facendole passare per cose grandi, o di cose che si vorrebbero fare ma che non si faranno mai. E’ una narrazione di parte che dovrebbe essere verificata, ragionata, approfondita con le domande giuste, quelle impertinenti. Dovrebbe, ma ci sono le migliaia di pagine da riempire e tutto fa brodo. Questa è l’informazione oggi. Quella che rappresenta una realtà che, in gran parte, non esiste. Non prendetela troppo sul serio e continuate a guardare le cose con i vostri occhi, toccandole con le vostre mani.