“……. Stava facendo buio e aveva ripreso a nevicare.
Prese il cappotto dalla sedia, dove lo aveva appoggiato appena tornato dalla polizia municipale, e lo sistemò sull’attaccapanni.
Si sedette alla scrivania.
Accese la lampada da tavolo. Una luce calda e soffusa invase
la stanza. Odiava la luce fredda e diretta del neon; gli ricordava le corsie degli ospedali.
Tirò fuori da uno dei cassetti un cd e lo inserì nel lettore. Era un album di Bill Evans e Tony Bennett, Together again.
Andò subito al suo pezzo preferito: You must believe in spring.
Un inno alla speranza che può nascere dal dolore, alla primavera, in cui bisogna credere quando si sente dentro il freddo dell’inverno.
Le note del pianoforte di Evans si diffusero dolcemente nell’aria.
La voce di Bennett le raccoglieva in un abbraccio e puntava dritto all’anima.
Casabona rimase per un po’ a fissare il lampione nella strada di fronte, oltre il vetro della finestra. Era già acceso e in controluce si poteva vedere meglio la neve che lentamente stava venendo giù.
So in a world of snow,
of things that come and go,
where what you think you know,
you can’t be certain of,
you must believe in spring and love.
Come erano indicate quelle parole in quel momento: in un mondo di neve, di cose che vanno e vengono, dove non si può essere certi di ciò che si pensa di conoscere, devi credere nella primavera e nell’amore.
Soprattutto, si disse, devi credere in te stesso e non lasciarti scoraggiare. Insistere, nonostante tutto. Rialzarti e riprovare ad andare avanti.
Prese il block notes e la penna per fare una lista degli elementi che meritavano di essere approfonditi. …..”
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